Labidee Da Vedere: "La Seduzione dell'antico" al Mar di Ravenna

Posted by | marzo 01, 2016 | News | No Comments
mar ravenna laboratorio delle idee

Il Mar di Ravenna ancora una volta realizza una mostra che già dal titolo fa impazzire di curiosità:  “La seduzione dell’antico” e prontamente noi siamo stati a vederla.

Quasi venti sale dedicate a come, lungo tutto il ‘900, quegli stessi artisti che hanno scardinato i canoni estetici, i processi creativi e i materiali artistici abbiano dedicato studi e tele al richiamo dell’antico attingendo alla memoria storica nonostante l’appartenenza a movimenti avanguardisti, gruppi innovativi e tendenze trasgressive.

3 pro

  • Il Mar è maestro nel trovare concept di mostra e titoli accattivanti, ricercare l’antico nel moderno è un messaggio tanto semplice quanto necessario in un mondo di giovani artisti nani che rifiutano di essere sulle spalle dei giganti. (per chi fosse curioso: l’Oscar per miglior concept e titolo rimane alla mostra che il Mar ha organizzato nel 2013 “Borderline – Artisti tra normalità e follia Da Bosch a Dalì, dall’Art brut a Basquiat“.)
  • Le sale sono suddivise in modo logico, per grandi tematiche artistiche: Natura morta, Paesaggio, Ritratto, Mito, Sacro, niente di metafisico o troppo astratto, i visitatori possono godersi le interpretazioni degli artisti esposti in una zona di confort che consente di apprezzarne dissacrazioni e continuità. La sezione dedicata alle “Citazioni” è forse quella che dà più soddisfazioni: Bronzi di Riace di Mario Ceroli, la Gioconda di Duchamp, le Tre Grazie di Man Ray, la Venere d’Alessandria di Yves Klein, opere così familiari (chi non conosce la Gioconda?) da stimolare quella fruizione consapevole che rappresenta, a mio avviso, il nirvana di un curatore.
mar seduzione dell'antico laboratorio delle idee

Mario Ceroli, L’attesa, 1981

  • Le opere esposte sono tante e di grande valore: quando il sottotitolo di una mostra elenca alcuni artisti importanti c’è sempre il rischio che sia uno specchietto per le allodole, qui invece si passeggia tra De Chirico, Dalì, Picasso, Capogrossi, Fontana e Warhol solo per citarne alcuni.

3 contro

mar seduzione dell'antico laboratorio delle idee

  • Allestimento insipido: sarà che il cielo e l’umore si intonavano a questo grigiore diffuso, ma mi sarebbe piaciuto percepire un po’ di meritata gioia e orgoglio per aver realizzato questa mostra, invece, dettagli come queste solitarie colonnine tendinastro mi hanno po’ intristito.
  • Pannelli senza aiuto alla lettura: è stato faticoso leggere tutti i pannelli senza alcun paragrafo, grassetto, frasi in carattere più grande a venirmi in soccorso. Confesso che in alcuni casi l’ho solo scorso e speravo che nel label di fianco all’opera oltre all’autore e all’anno ci sarebbero state informazioni utili per aiutare chi come me non si era avventurato nella lettura dei pannelli.

Qualche passo falso nel posizionamento dei pannelli: rare volte ho avuto il piacere di entrare in una sala e non dover chiedere permesso al granitico gruppetto che legge, una parola all’ora, il pannello introduttivo della sala. La tentazione di metterli nelle zone che più vuote, come gli atrii delle sale o i corridoi è spesso irresistibile. Essendo però queste zone di “disimpegno” se diventano punti di fermo si crea un imbuto che mal si tollera nei negozi durante i saldi, figuriamoci a una mostra. In questa visita mi è capitato solo un paio di volte e se questo è uno dei tre contro allora non è affatto male!

 

Suggerimenti

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.

Alessandro Baricco

  • mar seduzione dellantico laboratorio delle ideeGrigio dominante: La tonalità di colore presente in uno spazio è una forma di comunicazione non verbale importante, il grigio è certamente un colore urban-chic, ma esserne circondati, sul soffitto, sulle pareti e sul pavimento, non trasmette sensazioni positive.
  • E’ vero che l’illuminazione delle opere è sempre una questione spinosa (problemi nei colori, nei riflessi, nell’altezza media degli osservatori) ma l’effetto interrogatorio, per quanto sia calzante su un Morandi, altre opere dai colori più sgargianti perdono un po’ nell’impatto emotivo
  • Sfondate i confini dei pannelli: mi piacciono le mostre con frasi scritte sui muri come talvolta a Palazzo dei Diamanti e sarebbe interessante esplorare le potenzialità del pavimento, studiare come intercettare lo sguardo dei visitatori e sorprenderli!

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  • Se il punto focale della mostra è il richiamo di altre opere, forse una piccola foto sul label dell’opera non rende giustizia né al richiamato né al richiamante. Uno schermo un po’ più grande o una proiezione non sarebbe di maggior impatto?

 

  • Leggendo i consigli di Luisa Carrada ho imparato che semplificare un testo non significa impoverirlo e frasi come “un’inconsapevole o, in altri casi, deliberata rielaborazione critica di forme della tradizione, a una “rigerminazione” dal seme dell’antico di forme e temi di una nuova sensibilità” impongono una grande fatica cognitiva in chi legge. Quando si scrivono testi per lettori la cui preparazione può essere molto diversa forse la regola del less is more è più adatta. Personalmente poi preferirei annoiare un esperto che escludere un desideroso di imparare.

 

Punteggio: 8-  Da vedere!

Info

La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto
Fino al 26 giugno 2016
MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Via di Roma, 13, 48100 Ravenna RA
0544 482477/482356