Labidee Da Vedere - DAVID BOWIE IS

Posted by | settembre 20, 2016 | Music, News | No Comments
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C’è un evento in città assolutamente imperdibile, ed è la mostra DAVID BOWIE IS.

L’esposizione, partita da Londra nel 2013, dove ha registrato circa 1,4 milioni di visitatori, dopo essere stata a Chicago, San Paolo, Toronto, Parigi, Berlino, Melbourne e Groningen, è approdata il 14 luglio a Bologna e sino al 13 novembre 2016 è visitabile al MAMbo, unica tappa italiana.

Con più di 300 oggetti del suo archivio personale, DAVID BOWIE IS sembra raccontare tutte le tonalità di un artista che osservando il mondo lo ha fatto proprio, reinterpretandolo e portandolo in scena con sé, attraverso di sé. Un’icona che ha incarnato al massimo livello lo spirito delle cinque decadi che ha attraversato. Uno dei rari che passando tra le ispirazioni della Storia, dell’Arte, del Design e della Performance, è riuscito dove altri non potrebbero mai: impersonare l’estro e gli stimoli della Cultura e restituirli al mondo alla massima evidenza.

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Il primo impatto, all’ingresso della mostra, è quello di un’immersione subacquea. Si prende fiato e lo si trattiene durante la visita intera, estraniati dalla folla e persi nella musica e nelle parole che dalle cuffie in dotazione accompagnano da una sala all’altra. Non ci sono pulsantini da schiacciare e numeri da ricondurre alle didascalie: la voce di Bowie –caldissima- arriva da sola, le note attaccano all’improvviso ma dolcemente, tutto inizia con precisione dove è previsto, come una colonna sonora perfettamente armonizzata al percorso.

DAVID BOWIE IS è un paesaggio multimediale, che attraverso video, musica e installazioni, accoglie nel processo creativo dell’artista.

Si parte dagli anni londinesi, quando David di cognome faceva ancora Robert Jones ed era un adolescente nei primi anni Sessanta che viveva una vita senza scossoni ma con un incontenibile bisogno di musica.

La stanza successiva è tutta dedicata alla nascita di una stella, o meglio di un universo intero. E’ il David di Space Oddity, di Major Tom e della Terra vista da lontano, del senso di isolamento generato da 2001: Odissea nello Spazio di Kubrick e dal primo allunaggio avvenuto appena una settimana dopo l’uscita del brano.

Seconda stella a destra, è la sala di Starman, con il testo scritto a mano incorniciato alla parete e una quinta specchiata in cui passa il video del provocante live a Top of The Pops nel 1972, mentre si erge in tutta la sua spettacolarità la tuta di Ziggy Stardust ispirata ai druidi di Arancia Meccanica: come disse Bowie “un’idea dada: violenza estrema, ma in tessuti liberty”.

Ma l’esposizione racconta anche la minuziosa ricerca di Bowie, che -è evidente- non delegava a nessuno alcun aspetto della sua Arte. Ogni oggetto della mostra rivendica una presenza costante del Duca Bianco, dalle scelte di stile (spettacolari gli abiti di Kansai Yamamoto e di Alexander McQueen –che in un biglietto si scusa tanto con David “per il ritardo nella consegna dei bozzetti” del cappotto Union Jack) alla grafica degli album, rigorosamente impostata, studiata e approvata da lui stesso, alla ricerca continua di nuove forme di composizione, come ad esempio la tecnica letteraria del cut-up perfezionata negli anni Novanta nel sorprendente Verbasizer, un software in grado di generare canzoni a partire da frasi random (come spiega magnificamente Bowie stesso qui).

In scena c’è dunque il performer, ma anche un Bowie più privato, quello che si ritira a Berlino con Iggy Pop tra il 1976 e il 1979 quando la fama ha un retrogusto di imposizione (gli anni di sperimentazione, di riscoperta della pittura e di normalità, un buen ritiro da cui nasce il capolavoro Heroes), o il Bowie che dimostra tutta l’abilità da mimo appresa da Lindsay Kemp in The Mask, l’angosciante prigionia di una maschera di sorrisi strappa-applausi messa su per troppo tempo.

Tanto altro è da vedere, leggere, ascoltare e ammirare in mostra e l’ultima sala –di cui è un crimine anticipare una descrizione- vi lascerà senza parole. DAVID BOWIE IS è un’esposizione in cui ci si perde, e con ogni probabilità è giusto che sia così, perché raccontare l’uomo e artista David Bowie è parlare di cinquant’anni che hanno fatto la Storia e che in una persona sola si sono fatti mito.

Forse è per questo che usciti dalla mostra il sapore che resta, al di là del genio e della celebrazione, è quello di una vaga malinconia, sapendo di aver perso qualcuno che avrebbe potuto raccontarci ancora quanto è magnifico potersi dire: “I don’t know where I’m going from here, but I promise it won’t be boring”.

 

Info
DAVID BOWIE IS
MAMbo, Via Don Minzoni 14 Bologna
Orari di apertura:
martedì, mercoledì, venerdì, domenica e festivi h 10.00 – 19.00 (chiusura biglietteria h 18.00)
giovedì e sabato h 10.00 – 23.00 (chiusura biglietteria h 22.00)
chiuso il lunedì
Tempo minimo di visita della mostra: 1 h.